Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXI – 08 giugno 2024.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Potente risorsa per comprendere il ruolo dei TF nella regolazione genica nel cervello umano. I fattori di trascrizione (TF) orchestrano i programmi di espressione genica cruciali per la fisiologia cerebrale, ma non abbiamo precise informazioni circa i legami dei TF all’interno dei tessuti che costituiscono la complessa realtà dell’encefalo. Jacob M. Loupe e colleghi hanno generato una risorsa multiomica (ChIP-seq, ATAC-seq, RNA-seq, DNA methylation) e hanno selezionato nuclei da molte regioni del cervello post-mortem, includendo mappe di legame per più di 100 TF. I ricercatori hanno dimostrato un notevole miglioramento nelle misure dell’attività dei TF, incluso il riconoscimento del motif e il modellamento dell’espressione genica. In sintesi, il risultato di questo lavoro, intitolato dagli autori “Brain TF”, è di fatto una potente risorsa per futuri studi volti alla comprensione dei ruoli di specifici TF nella regolazione dell’espressione genica nel cervello umano. [Nature Neuroscience – AOP doi: 10.1038/s41593-024-01658-8, 2024].

 

Non tutto ciò che siamo è dovuto a genetica e apprendimento: la dieta del padre può influire sul nascituro. Gli spermatozoi ospitano un complesso pool di piccoli RNA non codificanti (sncRNA) sensibili all’ambiente e in grado di influenzare lo sviluppo della prole e il fenotipo adulto. Se gli spermatozoi nell’epididimo sono direttamente suscettibili a influenze ambientali non è del tutto noto. Tomar e colleghi hanno condotto un’articolata e rigorosa sperimentazione, che ha dimostrato l’influenza della dieta paterna in corso sugli spermatozoi che potranno fecondare un’ovocellula, e sul metabolismo della prole. In particolare, ha dimostrato che gli mt-tRNA sono dieta-indotti e “sperm-borne”, e che alla fertilizzazione si ha il passaggio dell’RNA mitocondriale dello sperma alla prole. [Nature – AOP doi: 10.1038/s41586-024-07472-3, 2024].

 

La rana che balla il tip-tap sulle dita delle zampe lo fa per catturare le prede? Questo comportamento di alcuni anfibi, quali Dendrobates tinctorius, ha attratto da sempre l’attenzione di osservatori e ricercatori, ma non si hanno prove di un preciso significato fisiologico. L’ipotesi più plausibile, ma generica, vuole che si tratti di un comportamento finalizzato alla soddisfazione del bisogno alimentare. Thomas Parrish e Eva Fischer hanno condotto uno studio grazie al quale sono giunti a queste conclusioni: la modulazione del toe tapping è basata sul contesto sociale, sull’accessibilità alla preda e sulle caratteristiche del sostrato ma, soprattutto, in presenza del tip-tap il successo nella cattura delle prede è maggiore, dunque questo comportamento induce movimenti nella preda che ne facilitano la cattura. [Ethology – AOP doi: 10.1111/eth.13465, 2024].

 

Come fa il colibrì mentre è in volo sospeso a succhiare il nettare senza urtare il fiore? Si sa tutto da tempo della meccanica del volo del colibrì, ma finora è rimasto un mistero come faccia, sospeso come un elicottero presso la corolla del fiore, ad aspirare il nettare mantenendo sempre alla perfezione la distanza senza mai urtare contro la superficie, nonostante il fiore si muova per il vento. Ricercatori, in prevalenza della UCLA, lo chiariscono in uno studio in pre-pubblicazione su Current Biology. La chiave è nell’elaborazione di informazioni tattili, che avviene nel cervello di questi uccelli in un modo del tutto diverso da quello seguito dal sistema nervoso centrale dei mammiferi.

Lo sfioramento e la pressione dell’aria su ali e zampe attiva blocchi di neuroni in due regioni diverse del proencefalo, creando e ricreando in forma dinamica, una mappa 3D del corpo, cui danno un contributo speciale le informazioni provenienti dai recettori di becco, faccia e testa. Le variazioni di intensità della pressione dell’aria determinate dalla vicinanza di un oggetto (il fiore, in questo caso) sono rilevate da recettori posti alla base delle piume e nella cute delle zampe, fornendo informazioni convertite dai neuroni proencefalici in pochi millisecondi, e istante per istante, in misure di distanza del corpo dell’uccello, che si integrano nel pattern di volo in esecuzione. [Fonte: University of California Los Angeles (UCLA), June 2024].

 

Scoperta inaspettata di un fossile di “Tigre dai denti a Sciabola” o Homotherium. John Moretti, uno studente di dottorato presso la UT Jackson School of Geosciences, ha trovato sulla spiaggia, portato dalle onde perché emerso dal fondo del mare del Golfo del Messico, qualcosa che appariva come un brutto pezzo di roccia scura arrotondata, da cui sporgevano due denti. Si trattava di un fossile cranio-facciale, che aveva perso i denti, tranne due, nell’esposizione agli elementi per alcuni milioni di anni. La tomografia computerizzata ha consentito di individuare nell’alveolo, non ancora spuntato, un tipico dente di Homotherium, ossia di un esemplare di quel felino preistorico chiamato in Italia “Tigre dai denti a Sciabola” e negli USA “tigre o gatto dai denti a scimitarra”. La scoperta ha consentito di provare l’ipotesi secondo cui nel tardo Pleistocene questi grandi predatori abitavano una terra ora sommersa che collegava il Texas alla Florida. [Fonte: University of Texas at Austin, June 2024].

 

Le sequenze complete dei cromosomi X e Y di 6 primati aprono nuove prospettive. Il sequenziamento del Genoma del 2001, a causa dei limiti tecnologici dell’epoca, mancava della mappa dei cromosomi sessuali, che è stato possibile ottenere solo grazie al Consorzio T2T (Telomere-to-Telomere) nel 2022-2023. Adam M. Phillippy, Kateryna D. Makova e decine di colleghi hanno sequenziato i cromosomi sessuali delle seguenti 6 specie: scimpanzé, bonobo, gorilla, orango del Borneo, orango di Sumatra e gibbone nero (o siamango). In tutti i casi, il cromosoma Y ha presentato una variabilità maggiore del cromosoma X e la completa analisi comparativa ha fornito numerose nozioni inedite. Questo studio apre nuove prospettive alla conoscenza genetica delle malattie legate al sesso. [Cfr. Nature – AOP doi: 10.1038/s41586-024-07473-4, 2024].

 

Nell’antica Atene avevano funzione psicologica e sociale l’igiene personale e il trucco cosmetico (I parte). L’igiene personale completava gli effetti di una dieta astemia e di un’attivissima vita all’aperto che rendevano il corpo gradevole a vedersi: nella bella stagione potevano liberarsi degli indumenti con un solo gesto[1]. Si legge: “Le persone ricche fanno il bagno due volte al giorno con saponi fatti di olio di oliva mischiato con sostanze alcaline fino a formare una pasta; poi si ungono di essenze fragranti”[2].

Il bagno, come spiega Michel Foucault trattando dell’uso dei piaceri, era un piacere complesso che seguiva nella procedura un costume elaborato e raffinato nel tempo, ritualizzando esperienze positive: di fatto si agiva non solo sulla redistribuzione della massa ematica e linfatica tegumentale, influenzando il rapporto neurovascolare, ma anche su aspetti dell’endopercezione e della percezione del sé corporeo. Non solo, riscaldando e raffreddando si aumentava lievemente il tono muscolare, ma idratando, massaggiando e cospargendo la superficie corporea con oli, creme, unguenti, balsami e profumi se ne migliorava l’aspetto alla vista e la capacità attrattiva all’olfatto. I Greci avevano compreso che l’umore e perfino il giudizio di una persona possono essere influenzati positivamente dalla percezione di un profumo gradevole e negativamente dal lezzo dei cattivi odori.

I profumi, estratti dai fiori con una base oleosa, si contano a centinaia e Socrate si lamenta che gli uomini ne facciano così largo uso[3]. Molte donne e alcuni uomini si tingono i capelli per renderli biondi, in quanto le rare persone di capelli chiari erano molto ammirate; le tinture brune sono usate per nascondere la canizie con l’avanzare dell’età.

La cosmetica non è solo al servizio della seduzione delle giovani donne in cerca di marito, ma si adopera per apparire gradevoli nei simposi, nelle assemblee, negli incontri sociali, in alcuni rapporti di lavoro; un modo speciale di truccarsi e la conoscenza dell’arte di modificare, accentuare, addolcire e imbellire i tratti del viso ed evidenziare gli occhi e la bocca, erano patrimonio degli attori che, pur adoperando spesso in teatro una maschera per amplificare la voce (per sonam), nella vita di tutti i giorni recitano sé stessi con una seconda invisibile maschera di colori che, come accade ancora oggi, era ormai d’uso comune fra le donne già nell’età aurea ateniese. Come si truccavano ragazze e signore nell’età di Pericle e oltre?

“Le gote e le labbra sono dipinte con bastoncini di minio o radici di alcanna; le sopracciglia vengono disegnate con nerofumo o antimonio in polvere; le palpebre sono ombreggiate con antimonio e kohl; le ciglia sono scurite e poi assestate con una mistura di bianco d’uovo e gomma ammoniacale”[4]. Il momento del trucco ordinariamente era un passaggio abituale che precedeva l’uscita e il presentarsi in società, ma in molti casi assumeva un ruolo decisivo per il sostegno del tono dell’umore e nel preparare, anche per autosuggestione, esperienze positive negli incontri sociali e buona riuscita nei compiti mediati da rapporti e relazioni: sapere di essere riuscite a dipingersi il viso come si voleva accresceva fiducia in sé stesse e ottimismo.

Non mancavano gli eccessi, che spesso erano motivo di giocoso dileggio e perfino spunto per satire di costume. In una commedia ateniese un personaggio dice a una signora: “Se esci d’estate, due rivoletti neri scendono dai tuoi occhi; il sudore produce strisce rosse sulle tue gote e sul tuo collo e quando i tuoi capelli toccano il viso si sporcano di pittura bianca”[5].

Non solo le donne, ma anche gli uomini eliminano i peli dal corpo per motivi estetici. Le donne non si limitano a usare rasoi fatti con lame di ossidiana, ma spesso usano impasti depilatori a base di arsenico e calce. (Fine prima parte – la seconda parte sarà pubblicata la settimana prossima) [BM&L-Italia, giugno 2024].

 

Stauroteche, miracoli eucaristici e psicologia degli enciclopedisti mediatici. La croce del martirio di Gesù Cristo rimase in quel luogo e presto divenne meta di pellegrinaggio e preghiera dei primi cristiani; allora fu rimossa dai Romani e in suo luogo fu eretta una statua di Venere. Secondo altri autori le tre croci rimasero e furono sepolte, così da poter essere rinvenute scavando in quell’area. In ogni caso, il legno fu conservato dai cristiani in Gerusalemme e, secondo tradizione, una parte sarebbe stata portata a Roma e una parte a Costantinopoli.

In particolare, si narra di Flavia Giulia Elena, madre dell’Imperatore Costantino, che a Gerusalemme entrò in possesso di una parte del legno della “Vera Croce”, e la divise in tre grandi pezzi: il primo lo donò al Vescovo di Gerusalemme Macario, il secondò lo inviò a suo figlio a Costantinopoli e il terzo fu portato per la custodia nella Basilica Heleniana di Roma (poi detta “Santa Croce in Gerusalemme”). Il rimanente della croce fu custodito nella città santa fino al 1187, anno in cui cadde nelle mani di al-Malik al-Nasir (il Saladino), musulmano sunnita di origine curda che distrusse e bandì tutti i simboli cristiani.

Alla madre di Costantino si fa risalire la prima stauroteca, da stauros che vuol dire “croce” e theke che si riferisce alla funzione di raccolta, il termine indica il reliquiario a forma di croce realizzato con decorazioni artistiche in metalli preziosi per contenere frammenti lignei della croce di Gesù. A Brescia è custodita una delle stauroteche più famose al mondo, ma ve ne sono tante e, per rimanere all’Italia, se ne custodiscono a Venezia, Firenze, Pisa, Atri, Acerenza, Foligno, Napoli, Cosenza, Lentini, ecc. Durante l’epoca della vendita delle reliquie, si diffusero in Europa talmente tanti frammenti di legno, per lo più di cedro, che Erasmo da Rotterdam disse che rimettendoli insieme si sarebbe potuta costruire una nave.

È perciò comprensibile che, trattando questo argomento, si lasci trasparire lo scetticismo sul reale valore dei frammenti di molte teche; tuttavia, a nostro avviso si dovrebbe, almeno nei casi in cui esiste un’antica tradizione documentale di autenticità, riservare a questi oggetti, se non altro, quel riconoscimento di valore storico che non si nega, nei musei, a una collana di Elisabetta I, alla spada di Napoleone o al cappello di Garibaldi.

Questione diversa e ben più impegnativa è quella che riguarda i “miracoli eucaristici”, ossia quegli eventi prodigiosi in cui – secondo la tradizione cristiana – le specie eucaristiche del pane e del vino abbiano rivelato la natura transustanziata con emissione di sangue. Atteso che non è in questione il credere o meno al miracolo, perché questo attiene alla fede e al libero convincimento personale di ciascuno, è importante sottolineare che nei casi in cui vi sono state indagini scientifiche e medico-legali sulle tracce ematiche, che hanno dimostrato che si trattava di sangue[6], gli autori che dominano il web tendono a non riportarle o a elencarle tra le ipotesi. Come se il politically correct mediatico non si accontentasse di imporre una distanza anticristiana, ma esigesse l’occultamento della verità che potrebbe essere impiegata dai credenti nel miracolo come prova a sostegno di una convinzione fideistica.

In Wikipedia e in altri testi di epigoni degli “enciclopedisti mediatici” si riferiscono i racconti tradizionali come se fossero notizie giornalistiche non verificate, riempiendoli di condizionali, di “presunto”, di “cosiddetto” e locuzioni che quasi a ogni periodo del testo sottolineano pleonasticamente la distanza di chi lo scrive; trattamento riservato alle tradizioni cristiane, e assente nei testi che riferiscono leggende e miti greci, arabi, cinesi o indiani. È comprensibile che si sottolinei quando, ad esempio, si riferisce di un miracolo in cui è in questione del sangue, che tracce di tale sangue non sono state trovate e analizzate scientificamente per stabilirne la natura, e dunque vi sono solo racconti ai quali non si deve dar credito. Ma, quando le tracce di sangue o di un tessuto biologico oggetto del miracolo sono stati analizzati e studiati scientificamente, è bene che gli esiti di tali studi siano riportati, anche quando avvalorano la veridicità dei racconti che, un po’ pregiudizialmente, gli “enciclopedisti mediatici” ritengono sempre inattendibili.

Ma si arriva al paradosso nel caso del miracolo di Lanciano, dell’ostia trasformata in carne: i professori Bertelli e Linoli, rispettivamente dell’Università di Siena e dell’Ospedale di Arezzo realizzarono un accuratissimo studio istologico, biochimico ed ematologico i cui dati, confermati da studi successivi, dimostravano che il tessuto a forma di ostia custodito nella teca era di miocardio umano e il sangue era del gruppo AB; di fronte a questa evidenza, gli “enciclopedisti mediatici” osservano il difetto di racconti dettagliati antecedenti al 1574. Cioè si difetta di quei racconti, in tutti gli altri casi liquidati come inattendibile leggenda, che in questo caso diventerebbero fonte di legittimazione, senza la quale si rifiuta di accettare la realtà scientificamente verificata[7].

Se questi autori sentono il bisogno irrefrenabile di esprimere la propria opinione, potrebbero farlo senza alterare i fatti della realtà, aggiungendo a commento le proprie idee, magari esponendole con sincerità e chiarezza, in questo modo: siccome io non credo che esistano eventi prodigiosi di questo genere, penso che la fettina di tessuto miocardico umano al posto dell’ostia ce l’abbia messa qualcuno, e abbia anche aggiunto composti in grado di prevenire la decomposizione di quel tessuto vitale, rimasto integro dall’VIII secolo. In tal modo si separerebbero i fatti dalle opinioni e si eviterebbe di portare all’attenzione ignara e fiduciosa di milioni di lettori testi manipolati da bias in luogo della trattazione rigorosa di un’enciclopedia. [BM&L-Italia, giugno 2024].

 

Notule

BM&L-08 giugno 2024

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Si ricorda: “L’abito greco consiste di due quadrati di stoffa drappeggiata morbidamente intorno al corpo e quasi mai tagliata su misura per la persona che lo indossa” (Will Durant, v. dopo, p. 61).

[2] Will & Ariel Durant, Storia della Civiltà – Will Durant, La Grecia (3 voll.), vol. II, – L’Età dell’Oro, p. 60, Edito-Service, Ginevra, e Mondadori, Milano 1968.

[3] Plutarco, Moralia 228B, cit. in Will Durant, op. cit. p. 60.

[4] Will Durant, op. cit. pp. 60-61.

[5] Will Durant, op. cit. p. 61.

[6] Come nel caso delle indagini condotte sulle tracce del miracolo di Bolsena, di cui si è occupato in dettaglio il nostro presidente in Specchio della psiche e della civiltà (nona parte, §16, §17).

[7] Fra le inesattezze riportate su Wikipedia circa il miracolo di Lanciano, si legge: “Le prime documentazioni scritte della vicenda compaiono soltanto nel XVII secolo”; invece, la narrazione più citata e ripresa è del 1574. Chi è familiare alle grandi opere di storia della civiltà sa bene che per eventi di questo genere non accade come per le guerre, i trattati di pace, le incoronazioni, le elezioni, le leggi, gli editti e tutti gli atti pubblici, che comportano un’obbligatoria registrazione documentale sincronica, una conoscenza nel dominio pubblico e la conseguente comparsa in innumerevoli scritti e documenti.